L’On. Alessio Tacconi (pd) alle commemorazioni per il 60° anniversario della tragedia di Marcinelle.

Ieri, 8 agosto, è stato ricordato il 60° anniversario della tragedia di Marcinelle, il tragico evento in cui persero la vita 262 minatori, di cui 136 italiani.
Alle speciali commemorazioni che si sono tenute nel cimitero di Marcinelle e presso il Bois du Cazier, oggi Museo della Memoria, ha partecipato, insieme con il Presidente del Senato Pietro Grasso e il Sottosegretario agli Affari Esteri Vincenzo Amendola, anche il Deputato del Partito Democratico eletto all’estero Alessio Tacconi.

“Ho voluto essere presente a Marcinelle, come lo ero stato lo scorso anno a Mattmark – afferma Tacconi – per ribadire, oltre alla solidarietà delle Istituzioni e l’omaggio alle vittime cadute sul lavoro, l’impegno mio personale e dei parlamentari eletti nella Circoscrizione estero, affinché il sacrificio di tante vite umane non venga dimenticato. Dovremo fare nostre con convinzione le parole pronunciate ieri dal Presidente Grasso: “Marcinelle è simbolo di dolore e di speranza: anche da qui (dove lavoravano insieme e hanno perso la vita persone di numerose e diverse nazionalità) è partito il difficile processo di integrazione europea. E anche da Marcinelle deve essere rilanciato il progetto dell’Unione Europea, fondato sui principi di pace, democrazia, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Tra questi, il diritto al lavoro come mezzo di libertà e dignità. Memori delle dolorose tragedie che hanno segnato l’esperienza migratoria italiana, l’impegno nostro e del governo è quello di tutelare la sicurezza nel lavoro a livello universale, in Italia come all’estero, per i nostri connazionali come per tutti gli altri lavoratori.”

“La rinnovata attenzione delle istituzioni italiane nei confronti dei nostri connazionali all’estero, in particolare, dovrà sempre più tradursi – commenta Tacconi – in politiche migratorie che assicurino concrete azioni di promozione sociale, economica e politica delle nostre collettività e dei loro singoli componenti, che rafforzino il collegamento con l’Italia, che facilitino il mantenimento dell’identità culturale e linguistica, l’integrazione nelle società di insediamento e la partecipazione alla vita delle comunità di accoglienza. Solo in tal modo – egli conclude – si onorerà degnamente la memoria dei caduti, che per la realizzazione di tali sogni avevano dovuto lasciare il nostro Paese”.

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