Tutela consolare dei cittadini dell’Unione Europea non rappresentati nei paesi terzi: Tacconi (PD) relatore in commissione

“Si stima che circa 7 milioni di cittadini europei si trovino a viaggiare o a vivere in paesi terzi nei quali il loro Stato di appartenenza non è in grado di fornire assistenza consolare”. Così Alessio Tacconi, deputato Pd eletto in Europa, che oggi è stato relatore in Commissione Affari Esteri dello schema di decreto legislativo n. 470 che il Governo ha predisposto per dare attuazione ad una specifica direttiva dell’Unione Europea intesa a facilitare la tutela consolare dei cittadini dell’Unione non rappresentati nei paesi terzi.
“La delega al Governo – spiega il Deputato – è stata conferita dalla legge di delegazione europea del 2015 che recepisce la direttiva UE 2015/637. La direttiva stabilisce le modalità con le quali cittadini europei bisognosi di assistenza consolare in paesi terzi nei quali non sono direttamente rappresentati abbiano diritto a godere della tutela delle ambasciate e dei consolati di altri Stati membri dell’Unione europea ivi presenti. Le tipologie di assistenza possono concernere i casi più svariati, dall’espletamento di semplici pratiche consolari, all’assistenza in caso di incidenti o perfino in caso di gravi crisi politiche nel paese terzo che consiglino la pronta evacuazione dei cittadini europei, dal rilascio di passaporti temporanei e documenti di viaggio al rimpatrio delle salme di cittadini deceduti, ecc”.
“Il recepimento della direttiva attraverso l’Atto del Governo per il quale sono stato relatore – continua Tacconi – costituisce un passo importante nel processo di integrazione europea in quanto, in attuazione dei Trattati dell’Unione e della Carta dei diritti fondamentali della UE, stabilisce che tutti i cittadini hanno il diritto di essere tutelati dalle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato membro, alle medesime condizioni dei cittadini di detto Stato, qualora si trovino nel territorio di un paese terzo privo di rappresentanza diplomatica o consolare nazionale. Il recepimento della direttiva, di fatto, introduce il concetto di “cittadino europeo non rappresentato”.
“Conseguentemente sono state apportate modifiche alle leggi e alle disposizioni che governano l’ordinamento del Ministero degli affari esteri e i compiti degli Uffici consolari nel rispetto di quanto già stabilisce la Convenzione di Vienna del 1963 in materia di collaborazione fra Stati e di tutela consolare. Il provvedimento – conclude il deputato – consente la necessaria flessibilità e rapidità di intervento a fronte di situazioni sempre più diversificate in una società in continuo movimento”.

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