“Una legislatura feconda”: l’intervento di Alessio Tacconi durante l’iniziativa del gruppo PD Camera

Riunione a porte chiuse nella sede di Sant’Andrea delle Fratte, ma aperta al pubblico grazie al collegamento Facebook, quella della seconda giornata di lavori del convegno “Il PD per gli italiani all’estero. Una legislatura feconda”.
Organizzata dal Gruppo PD della Camera, la riunione è stata presieduta oggi da Lucia Nasel Fioravanti, presidente PD Ginevra, alla presenza del responsabile Esteri del partito, Piero Fassino.

Una riflessione da tre anni a questa parte per capire dove stiamo andando: è quella avviata da Alessio Tacconi nel suo intervento.
“Dove eravamo?”, ha esordito Tacconi. “Sappiamo che cinque/dieci anni fa la situazione consolare era di apparente normalità, c’erano parecchi consolati, ma non eravamo comunque contenti del servizio che offrivano”. Con il governo Monti è arrivata la “spending review” e 33 tra Consolati e IIC sono stati chiusi. “Molte sono state le chiusure dolorose”, perché ha osservato Tacconi, “l’Amministrazione non era pronta” e “i cittadini si sono sentiti abbandonati”.
“Dove siamo ora?”. Con i Governi Renzi e Gentiloni, ha ricordato Tacconi, non vi è stata più alcuna chiusura, quanto piuttosto una “razionalizzazione” tesa a raggiungere una “migliore organizzazione” delle nostre sedi e fornire “più servizi digitali”, con “buoni risultati”, quanto meno in Europa, ha ammesso il deputato riferendosi alla propria ripartizione. Proprio in Europa “si è registrata un’inversione di tendenza, non di risorse, ma di miglioramento dei servizi” e “buone pratiche”. Nel frattempo si sono aperte nuove sedi, specie in quei Paesi in cui sono presenti interessi economici e nuove realtà migratorie; è stata riaperta l’Ambasciata a Santo Domingo ed è emersa “l’intenzione di riaprire la sede consolare di Manchester”, dove con la Brexit sono ora in tanti i connazionali a volersi iscrivere all’Aire. Tacconi ha evidenziato anche un “sensibile miglioramento dei servizi allo sportello” e “l’aumento dei funzionari itineranti e dei consoli onorari”: insomma “l’Amministrazione si muove per raggiungere i nostri cittadini”. Quanto alle nuove mobilità, oltre alla digitalizzazione e alla presenza della rete diplomatica sui social media, per iniziativa dei Consolati e dei Comites “sono nati in questi ultimi anni servizi per dare risposte ai nuovi arrivati”, spaesati di fronte alle realtà dei Paesi di approdo. Infine il deputato ha citato il successo del “30% delle percezioni consolati, che viene restituito dal MEF ai consolati stessi”.
“Con orgoglio crediamo che questi risultati siano stati raggiunti anche per merito nostro”, ha rivendicato Tacconi, “di noi rappresentanti”, ma anche dei Comites, del Cgie e del Partito Democratico. “Siamo contenti? Sì. Siamo soddisfatti? No, non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo che ci poniamo”.
“Dove vogliamo arrivare”. Ha spiegato Tacconi che “il PD deve soddisfare le aspettative delle persone” e allo stesso tempo “fare in modo che anche i cittadini delusi dalle politiche sappiano che è stato fatto tutto il possibile”. E intanto deve continuare a lavorare, ad esempio per modificare la Legge 15 del 6 febbraio 1985 per rendere quel 30% delle percezioni consolari “immediatamente spendibile” o per migliorare la digitalizzazione, fornendo “servizi innovativi e tecnologici”, come “SECOLI, che, grande all’impegno dell’amministrazione, ora cambierà nome in FASTIT e sarà implementato”, perché la rete consolare deve “muoversi rapidamente in un mondo che si muove veloce”.
Alessio Tacconi ha concluso rilevando la “convergenza di tutti gli attori” interessanti alle politiche degli italiani all’estero e soprattutto il ruolo svolto sinora dal PD, perché “senza la grande comunità del PD questa pressione politica non ci sarebbe stata”. Quello che per Tacconi ancora manca è la capacità di comunicare i risultati raggiunti, ma “continueremo” a lavorarci, ha assicurato concludendo.

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